Patrimonio archeologico

L’ipogeo del Guardiano

All’interno degli ipogei sono evidenti tracce riconoscibili dei culti praticati ciclicamente, come attestato dalla ripetizione delle azioni rituali e il mantenimento delle tracce residuali degli atti compiuti. In maniera sistematica, nei livelli cultuali, oltre a numerosi oggetti di uso quotidiano, si rinvengono numerosissimi frammenti ceramici ad attestare una frammentazione intenzionale di materiali fittili, resti di braci portate dall’esterno per attivare nuovi punti di fuoco con un importante uso della paglia che serviva ad incrementare il fumo rituale, la presenza di resti vegetali carbonizzati, resti ossei di animali giovanissimi sacrificati alla divinità o resti di pasto rituale e palchi di cervo, potente simbolo di rigenerazione, in quanto cadono in inverno per poi ricrescere in primavera.

Elemento pregnante e distintivo della ritualità ipogeica è l’uso selettivo di resti umani selezionati, in particolare il cranio e la mandibola. Introdotti nella sala, nello stomion e nel dromos potevano anche svolgere un ruolo fondamentale nel corso delle complesse cerimonie di chiusura di un impianto ipogeico.

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