Patrimonio archeologico
Cantiere Minervino
Se una parte consistente del santuario preistorico della fertilità è andata distrutta dalle moderne abitazioni del paese, a circa 20 metri dall’ingresso del Parco Archeologico si entra nel cantiere Minervino, un microcosmo di quasi 300 mq “fermo” all’età del Bronzo, in quanto eccezionalmente risparmiato nel tempo da ogni attività produttiva. Qui si rinviene la massima concentrazione di realizzazioni integre del santuario. La scoperta più importante è quella di un tratto della cosiddetta via sacra, un percorso rettilineo scavato nella roccia (prof. m 0,60, largh. m 2 circa), un interminabile viale cerimoniale che prosegue sotto la strada cittadina e anche nel Parco Archeologico, dove però il suo sviluppo si legge con maggiore difficoltà per le devastazioni moderne. Il tratto complessivamente individuato è di m 103,5.
Lungo le due sponde di questa insolita realizzazione si aprono, ad intervalli regolari, coppie contrapposte di minuscole celle circolari od ogivali dalla volta molto bassa (alt. mass. centrale m 1,10), al cui interno è possibile sostare esclusivamente su un fianco od in posizione accovacciata. Allo stato si contano oltre sessanta cellette portate in luce, alle quali si accede attraverso un minuscolo ingresso (alt. m 0,40 circa; largh. mass. m 0,60) preceduto da una corta rampetta in pendenza, che sembra simulare un dromos miniaturizzato.
Come per gli ipogei, all’interno delle celle si svolsero attività cultuali a carattere ciclico e la cessazione della frequentazione fu preceduta dalla sigillatura del dromos con pietre e terreno. La via sacra si sviluppa lungo l’asse est-ovest, quello del percorso dell’astro solare. Di fronte al Parco Archeologico degli Ipogei.